insettiEffimere, Tricotteri e Plecotteri
Roberto Messori, Luciano Tosi
Edizioni Fly Line Ecosistemi Fluviali, Modena, 2003
 
Forse un biologo evoluzionista parlerebbe di convergenza adattativa. Questo libro dimostra come l’interesse per gli insetti acquatici possa accomunare due categorie apparentemente lontane tra loro, i biologi ambientali ed i pescatori con la mosca artificiale (Pam).
I Pam adottano uno stile particolarmente elaborato di pesca, utilizzando come esche imitazioni di insetti di cui i pesci si nutrono. Le imitazioni, fatte di piume, fili, peli ed altri materiali assemblati sull’amo, vengono lanciate con opportuna perizia dove si trova il pesce, il quale, se si farà ingannare in maniera convincente, abboccherà.
In un saggio di quasi vent’anni fa dedicato alla sociobiologia (La sociobiologia, Editori Riuniti, 1986), Vittorio Parisi faceva riferimento ai Pam per descrivere un esempio di trasmissione sociale, entro e tra le generazioni, per via non genetica. L’apprendimento culturale di questa tecnica ha portato, nei secoli, alla creazione di svariate decine di mosche artificiali, ognuna con un proprio nome e con una morfologia ben precisa e codificata. Una sorta di “evoluzione artificiale”, con curiose analogie con quella naturale, ha fatto sì che le esche somigliassero sempre più ai loro modelli, fedelmente imitati nelle loro caratteristiche morfologiche e comportamentali.
Ecco, dunque, il significato di questo libro per i Pam: conoscere da vicino gli insetti “veri”, i modelli originali che rendono possibile la realizzazione del proprio desiderio, catturare pesci in quantità grazie ad una sfida basata non sulla forza fisica, bensì su un gioco di intuizioni. Per questo gli autori hanno operato la scelta –felice– di un’impostazione corretta dal punto di vista scientifico, supportata dai maggiori esperti italiani dei tre ordini di insetti: Fernanda Cianficconi (Università di Perugia) per i Tricotteri, Carlo Belfiore (Università di Napoli Federico II) per gli Efemerotteri e Romolo Fochetti (Università della Tuscia di Viterbo) per i Plecotteri.
Per quanto riguarda la struttura del volume –un’elegante pubblicazione rilegata in carta patinata– dopo una breve introduzione, gli autori dedicano alcune pagine alle generalità sugli Insetti e quindi si avventurano in tre ricchi capitoli, ciascuno dedicato ad un ordine.
Degli Efemerotteri vengono riassunte le caratteristiche generali e presentate due chiavi di identificazione delle forme immaginali a livello di famiglia, oltre alla sistematica aggiornata (2003) delle specie italiane. Ad ogni famiglia è dedicato un paragrafo contenente ulteriori chiavi di determinazione dei generi (forme immaginali), per ciascuno dei quali sono descritte le specie presenti in Italia e le loro principali caratteristiche (morfologia, distribuzione geografica, ecologia). L’ultima parte del capitolo è dedicata alle ninfe acquatiche per le quali si riporta una chiave di discriminazione delle famiglie ed una breve descrizione delle stesse.
Il capitolo dedicato ai Tricotteri, dei tre l’ordine più rilevante per numero di specie (circa 410 censite in Italia), è suddiviso in una parte generale –che affronta le tematiche di morfologia (una parte è dedicata alle ali), l’etologia e la sistematica (sono riportate le chiavi per la determinazione delle famiglie e dei generi delle forme immaginali)– e in una parte speciale, in cui vengono descritte in maniera dettagliata le 17 famiglie, i relativi generi e le specie più comuni che vivono nel nostro Paese.
Infine, una settantina di pagine è dedicata ai Plecotteri, con note sulla morfologia di larve e adulti, sull’etologia, i suggerimenti per la raccolta, nonché le chiavi di determinazione di famiglie e generi. Come per gli altri ordini, per ciascuna famiglia sono descritti i generi e le principali specie presenti in Italia.
Nel complesso, il volume riporta informazioni aggiornate che riguardano oltre 320 specie della fauna italiana. Un ulteriore punto di forza è rappresentato dalle numerosissime (480) fotografie inedite a colori ad alta definizione, sia delle forme adulte che di quelle larvali. Il materiale iconografico è completato da 250 disegni.
I biologi ambientali che, per motivi legati al biomonitoraggio, hanno familiarità con i macroinvertebrati del benthos, potranno trovare in questo libro un’utile integrazione delle guide di identificazione tradizionalmente utilizzate, ma soprattutto l’occasione di allargare le proprie conoscenze entomologiche prendendo confidenza con le loro forme alate.
Sfogliando il libro viene da riflettere –per certi versi con preoccupazione– sul fatto che una pubblicazione di buon livello come questa provenga da un ambito non propriamente legato al mondo della ricerca scientifica. Senza dubbio il libro cerca di colmare un vuoto di conoscenza, degli invertebrati acquatici e delle relative forme alate, che si è creato in questi ultimi anni anche a causa della mancanza di un progetto organico che mobilitasse risorse a favore della ricerca di base ed applicata su questi organismi. Oggi i tempi sarebbero maturi per l’avvio della revisione e per la pubblicazione aggiornata della collana di guide della fauna acquatica del CNR, comparse a partire dalla fine degli anni ’70. L’applicazione della direttiva europea sulle acque, che richiede una valutazione delle biocenosi acquatiche in quanto elementi di qualità dei corpi idrici, non può infatti prescindere dalla disponibilità di un quadro di conoscenze valide ed attuali sulla nostra fauna.
Per concludere con una nota di ottimismo, è confortante pensare che la spinta che ha originato la convergenza adattativa tra biologi ambientali e Pam, di cui si parlava in apertura, non è tanto l’oggetto del libro fin qui discusso, quanto, in ultima analisi, un ambizioso sogno comune: il recupero e la tutela dei nostri fiumi e, più in generale, di tutti i corpi idrici.
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Pietro Genoni